Call for translators / Dove lei non è: poesia e lutto

Silence di Sophie

«29 octobre

Idée – stupéfiante, mais non désolante – qu’elle n’a pas été “tout” pour moi. Sinon, je n’aurais pas écrit d’œuvre. Depuis que je la soignais, depuis six mois, effectivement, elle était “tout” pour moi, et j’ai complètement oublié que j’avais écrit. Je n’étais plus qu’éperdument à elle. Avant, elle se faisait transparente pour que je puisse écrire».

«29 ottobre

Idea – stupefacente, ma non desolante – che lei non è stata “tutto” per me. Altrimenti non avrei scritto un’opera. In effetti, da quando la curavo, da sei mesi, lei era “tutto” per me, ed io ho completamente dimenticato d’aver scritto. Ero soltanto, perdutamente suo. Prima, lei si faceva trasparente affinché io potessi scrivere».

Roland Barthes, Dove lei non è, Torino, Einaudi, 2010, traduzione di Valerio Magrelli

Il tema: poesia e lutto

Innumerevoli e antichissimi sono i legami tra il lutto e i modi poetici messi a punto per elaborarlo: i lamenti di Ecuba, Andromaca ed Elena sul cadavere di Ettore nell’ultimo libro dell’Iliade; l’elegia funebre di Catullo per la morte del fratello nel carmen 101, ripresa a distanza di secoli da Foscolo nel sonetto In morte del fratello Giovanni; il codice pastorale attraverso cui Milton, nel suo Licida, piange la morte di Edward King; la liturgia ortodossa del venerdì santo a cui attinge Yannis Ritsos per comporre l’Epitaffio, ispirandosi al lamento della Vergine per commemorare la morte di un giovane cittadino greco durante la dittatura di Ioannis Metaxas, sovrapponendo suggestione religiosa e risonanza politica; le poesie in memoriam di personaggi pubblici come quelle che scrive W.H. Auden per Freud e Yeats; la lirica Απροσδοκίες di Kikí Dimulà, un’impossibile fotografia in versi del marito; le parole di Cristina Torres-Cáceres, che trasformano il lutto in lotta e risuonano nelle piazze femministe di oggi…

Con questa call for translators l’Almanacco Traduzioni cerca testi poetici che affrontino il tema del lutto. Quali sono gli strumenti formali che la poesia contemporanea predilige per tematizzare la perdita? Come vengono riutilizzati modi e topoi del lamento e dell’elegia tradizionali, e quanto spazio si dà invece alla sperimentazione di nuove soluzioni? Nel passaggio dal lamento orale e performativo alla poesia scritta, destinata a una fruizione privata, le donne hanno ormai perso quel ruolo preponderante che avevano nella gestione ritualistica della morte all’interno delle comunità antiche, ruolo che resiste in alcune realtà rurali contemporanee, fuori dalle dinamiche della globalizzazione. Nella poesia femminile di oggi, come viene espresso il lutto? Esistono esempi in cui quella dinamica di genere viene ripresa e risemantizzata in termini affermativi? Più in generale, come si passa dalla dimensione intima e privata del lutto a quella comunitaria e politica?

Informazioni pratiche

Qui di seguito trovate tutte le indicazioni per partecipare:

  • La proposta di traduzione deve rispettare il tema;
  • Non ci sono limitazioni per quanto riguarda la lingua di partenza: le accettiamo tutte;
  • Chi propone la traduzione deve chiedere l’autorizzazione all’autore/autrice, al suo agente o alla casa editrice (per chiarimenti, scrivici!);
  • Il contributo dovrà comprendere la traduzione di circa 50 versi, siano essi una poesia singola, più poesie brevi oppure estratti da un testo più lungo. La traduzione dev’essere preceduta da un breve cappello critico introduttivo sull’autore/autrice (per lunghezza e stile puoi fare riferimento alle scorse uscite; per le norme redazionali generali vedi la pagina delle Call for papers);
  • Le proposte devono essere inviate entro il 24/04/2024 all’indirizzo almanacco@lospazioletterario.it

Immagine di copertina: Silence, Sophie Calle, 2012.